Il ruolo della Nuova Via della Seta nel rapporto tra i due Stati
Durante il forum per la Cooperazione Internazionale lungo la Nuova Via della Seta, il presidente russo Vladimir Putin ha avuto l’opportunità di incontrare in un bilaterale il leader cinese Xi Jinping. Una ripresa diffusa dall’agenzia Reuters, mostra il leader russo seguito da due ufficiali di Marina in uniforme muniti ciascuno di una valigetta atomica che serve per ordinare un attacco nucleare.
Com’è ad oggi il rapporto tra i due Paesi e come si inserisce questo incontro nella dinamica internazionale?
Il rapporto tra i due paesi
Dopo la visita di Xi Jinping di questo marzo a Mosca i due Paesi si sono avviati ad una nuova fase di collaborazione, con la sigla di diversi accordi, soprattutto di tipo economico. Se la guerra in Ucraina è rimasta sullo sfondo, ad emergere è stato l’accordo sulla costruzione di un secondo gasdotto e le intenzioni russe di soddisfare le necessità energetiche della potenza cinese.
Nelle relazioni bilaterali tra Pechino e Mosca l’economia resta l’elemento principale. Fin dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, la Cina ha infatti notevolmente incrementato le sue importazioni di gas e petrolio dalla Russia. L’approvvigionamento energetico costituisce uno dei temi più cruciali nei colloqui tra il presidente cinese Xi Jinping e il leader russo Vladimir Putin fino ad oggi. Secondo i dati, nel corso del 2022, circa il 17% delle importazioni di petrolio grezzo in Cina-equivalenti a un totale di 1,7 milioni di barili al giorno- proviene dalla Russia. Inoltre, l’anno scorso la Cina ha anche contribuito ad incrementare le esportazioni di carbone dalla Russia, aumentando la quota dal 25% al 32%.
In questo rapporto non si può ignorare la posizione di “partner minore” della Russia, che invece con la sua “operazione speciale” aveva l’obiettivo di aumentare il suo potere, soprattutto nei confronti degli interlocutori occidentali. Quello che ne è risultato, invece, è stata una totale chiusura da gran parte della comunità internazionale che ha riposto con imponenti sanzioni. La Russia, quindi, non ha potuto fare a meno di rivolgersi alla Cina che, oltre a compensare i mercati energetici europei ora inesistenti, ne condivide ora la direzione delle relazioni internazionali. Russia e Cina condividono infatti la volontà di costruire un mondo multipolare, insieme alla convinzione che lo scopo del blocco atlantico sia quella di minare la sicurezza internazionale.
È chiaro che, sebbene la Russia si ritrovi di fatto a svendere le proprie risorse energetiche e a favorire l’uso dello yuan nei pagamenti con Asia, Africa e Sud America, ha ritrovato “un’amicizia senza limiti” col partner cinese. Seppur trattandosi di un rapporto di forza sbilanciato tra i due, con l’angolo della bilancia che propende verso la Cina, è l’opzione migliore per la Russia che ora, oltre ad aver trovato un mercato per le sue risorse, ha trovato un’alleanza non solo economica ma anche sostanzialmente antiamericana. Quindi quando parliamo del rapporto tra questi due Paesi oltre a considerare l’elemento economico, non possiamo trascurare quello politico.
La Cina ha cercato di chiarire la natura della propria relazione con la Russia. Le relazioni tra Cina e Russia non dovrebbero essere interpretate come una vera e propria alleanza, ma piuttosto come una “partnership” con uno status speciale. Nel marzo 2021, il ministero della Difesa cinese ha definito i rapporti sino-russi come un “modello” per “un nuovo tipo di relazioni internazionali caratterizzate dal rispetto reciproco, dall’uguaglianza e dalla giustizia, e da una cooperazione mutualmente vantaggiosa”. Pechino ha mantenuto una “neutralità pro-russa” nel contesto della guerra in Ucraina, evitando di imporre sanzioni a Mosca tramite l’ONU. Tuttavia, è importante notare che questa ambiguità nella posizione cinese non implica un sostegno completo alle aspirazioni russe. Mentre per la Cina la Russia rimane un partner chiave nella competizione globale con gli Stati Uniti, il revisionismo russo mette a rischio la stabilità di queste relazioni.
La nuova via della seta ( o Belt and Road Initiative)
Dal 17 al 18 ottobre 2023, a Pechino si è svolta la terza edizione del Forum per la Cooperazione Internazionale lungo la Nuova Via della Seta. Questo forum mira a rilanciare l’ambiziosa iniziativa strategica e infrastrutturale inaugurata da Xi Jinping nel 2013 ad Astana, in Kazakhistan. L’evento ha visto la partecipazione di esponenti di 30 organizzazioni internazionali e delegazioni provenienti da 130 Paesi, tra cui Serbia, Ungheria, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Cile e diversi Stati dell’Asia. Si tratta di un’ambiziosa iniziativa con un considerevole potenziale economico e geopolitico, in grado di consolidare il ruolo internazionale della Cina. La Belt and Road Initiative (BRI) si compone di due elementi: Il primo è la Cintura della Via della Seta (Belt), che si concentra principalmente sulla creazione di collegamenti terrestri tra l’Asia orientale, l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente, mentre il secondo è la Via della Seta della Via del Mare (Road): questa parte dell’iniziativa vuole migliorare le vie di comunicazione marittime e sull’espansione dei porti commerciali lungo le rotte oceaniche.
L’obiettivo della BRI è di promuovere il commercio, la cooperazione economica e lo sviluppo tra i paesi che vi aderiscono. Questo progetto rivela le reali ambizioni cinesi, che consistono in un multilateralismo ufficiale con Pechino come attore predominante nei rapporti bilaterali. Si tratta dell’offerta cinese di un’opportunità di cooperazione vantaggiosa per tutti i Paresi partecipanti. Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato nella capitale cinese per orientare il commercio verso l’Asia dopo le sanzioni occidentali, una visita che sottolinea il sostegno di Xi Jinping a Mosca e l’appoggio russo al tentativo della Cina di espandere la propria influenza economica e diplomatica.
La Cina, come detto, rappresenta il principale partner per la Russia, e gli scambi con Pechino costituiscono una parte sempre più significativa del commercio russo. Il viaggio di Putin a Pechino rappresenta il secondo spostamento al di fuori della Russia dall’inizio della guerra in Ucraina e il primo dopo il mandato d’arresto della Corte internazionale di giustizia. Putin ha ringraziato il leader cinese per l’invito e ha dichiarato che la Russia potrebbe svolgere un ruolo chiave nella moderna rinascita dell’antica Via della Seta in Cina.
Questo è il quarantaduesimo incontro tra i due leader dal momento in cui Xi è diventato presidente cinese nel marzo 2013. Xi ha sottolineato la frequenza degli incontri e la sintonia con il leader del Cremlino, dichiarando in vista del 75esimo anniversario delle relazioni diplomatiche che i due hanno costruito “un buon rapporto di lavoro e una profonda amicizia”. Ha anche sottolineato la volontà della Cina di collaborare con la Russia per “salvaguardare l’equità e la giustizia internazionale e contribuire a promuovere lo sviluppo globale”. Putin, nel suo intervento, ha definito la Belt and Road Initiative come una “storia di successo” della Cina.
Possiamo concludere che, per le condizioni attuali, Russia e Cina, seppur con un rapporto di forza non equilibrato, hanno più elementi in comune e argomenti di dialogo che in precedenza. La Russia ha tutto l’interesse di inserirsi nell’ambizioso progetto cinese per rivitalizzare il suo mercato interno e per avere un acquirente sicuro a cui indirizzare le proprie risorse. D’altra parte, per la Cina, le risorse naturali russe vendute ad un prezzo vantaggioso con moneta cinese sono un elemento di interesse non indifferente. Nonostante ciò, per quanto la Via della Seta sia un progetto ambizioso ed economicamente impegnativo per la Cina, alcuni sottolineano i rischi di grandi investimenti in paesi in via di sviluppo (e quindi più probabilmente insolventi) in un periodo di diffusa regressione economica. A questo si aggiunge la preoccupazione occidentale della sempre crescente influenza cinese nelle regioni coinvolte. Sicuramente sarà interessante monitorare le dinamiche tra le due potenze asiatiche per comprendere meglio le possibilità e i limiti del progetto cinese e delle conseguenze che potrebbe avere nella definizione del rapporto tra Cina e Russia.