Con 211 voti a favore contro 141 contrari, Boris Johnson ha ottenuto il rinnovo della leadership all’interno dei Tories. Tecnicamente, la votazione riguardava il ruolo dell’attuale premier sul suo ruolo all’interno del partito, ma in caso di sfiducia di più della maggior parte si sarebbe dovuto dimettere anche come premier .
Partygate
La mozione di sfiducia ha origine dai fatti del Partygate, quando nella giornata del 20 maggio 2020, quindi in pieno lockdown, in cui l’Health Protections Regulations vietava a diversi gruppi di famiglie di incontrarsi e di uscire solo ed esclusivamente per casi di necessità impellenti, Boris Johnson assieme a sua moglie presero parte ad un evento a cui parteciparono all’incirca un centinaio di persone tenutosi presso Downing Street.
L’alta funzionaria Sue Grey, nella sua indagine indipendente ha parlato della necessità di assumersi le sue responsabilità, infatti, il leader conservatore è il primo ministro ad essere sanzionato mentre è in carica.
Che situazione vive il Partito Conservatore?
Uno degli elementi che lascerà sicuramente degli strascichi all’interno del partito è lo scarto di soli 63 voti, lasciando intendere che aleggi un certo malcontento all’interno del partito: più del 40 percento non ha fiducia nell’attuale premier.
Indipendentemente, dalle dichiarazione rassicuranti di Johnson e dal risultato ottenuto, il fatto che un numero sufficiente di legislatori, pari al 15 percento, possa essere stata in grado di poter richiedere una mozione di sfiducia, lascia intendere che all’interno del partito ci siano una serie di divisioni che vanno avanti ormai da qualche anno, nonostante l’importante risultato ottenuto nel 2019.
Un numero molto elevato di Tories, ritiene che Boris Johnson possa essere una condanna per il buon esito delle elezioni per i Conservatori del 2024
Risvolti futuri
Dopo aver tirato un sospiro di sollievo nella giornata di ieri e sopratutto, perché fino al prossimo anno non potrà esserci alcun tentativo di sfiducia, il leader conservatore dovrà cercare di “ricompattare le fila“.
Rivolgendosi ai deputati prima del voto, il premier ha affermato ha promesso di ricondurre nuovamente alla vittoria i Conservatori e che sarebbe stato inutile evitare una guerra interna, visto che “l’unione” ha portato ad ottenere 80 seggi nel 2019.
Oltre a questo, Boris Johnson ha affermato che è arrivato il momento di concentrarsi su “ciò che davvero conta“.
Quali saranno gli scenari futuri? Lo scopriremo presto.