Il 6 febbraio si è tenuto il vertice tra i due leader europei per cercare una soluzione diplomatica capace di attenuare il conflitto russo-ucraino, ma le tensioni sembrano destinate a crescere. Infatti, i due leader hanno soltanto dichiarato l’interesse comune nel voler garantire gli equilibri di sicurezza in Europa
Chiacchiere da tavola
É stato un pomeriggio di fuoco prorogatosi fino alle 22:30, con Macron che entra nel vivo della carica di Presidente del Consiglio Europeo, ospite di Vladimir Putin che l’ha accolto in un incontro a porte chiuse durato più di 6 ore. A dividere i due, come se non bastassero le differenze ideologiche, un imponente tavolo di 6 metri ha assicurato anche la distanza fisica tra loro.
La domanda sorge spontanea: quanto sono riusciti effettivamente a parlare? La risposta sembra destinata a non arrivare visto che nessuno ha espresso dichiarazione a riguardo. Tuttavia, il leader russo sembra aver ammesso che alcune delle idee avanzate da Macron potrebbero permettere di aprire una futura apertura rispetto ad un dialogo comune, anche se c’è da comprendere se queste non siano esclusivamente dichiarazioni di circostanza.
A seguito dell’incontro Putin ha fatto intendere di voler ritirare le truppe dal confine ucraino, facendo tirare un sospiro di sollievo a Macron. Tuttavia, a quanto apprendiamo nelle ultime ore, Russia e Bielorussia hanno iniziato le esercitazioni militari congiunte, alimentando i timori dell’Occidente che non escludono un’eventuale realizzazione delle loro più grandi paure: infatti, Boris Johnson ha annunciato che Londra ha intenzione di calcare il contributo militare alla Nato sul fronte ucraino, incontrandosi a Bruxelles con il segretario generale della Nato.
La Nato dal canto suo ha definito quest’evento “il più grande dispiegamento militare dalla Guerra Fredda”.
L’incontro, dunque pare non aver sortito l’effetto sperato, perché nonostante una debole promessa di dialogo, i fatti dicono altrimenti.
Cosa succederà? Lo scopriremo presto
