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Terrorismo: come si finanzia e come opera nel XXI secolo

Ordine o disordine mondiale? Le mutazioni del terrorismo le sue implicazioni

L’ ordine mondiale come noi lo intendiamo, una lineare organizzazione dell’ economia e della gestione umana, non è condizionato solo da fattori endogeni ad esso: crisi economica di un paese sviluppato, rivolta sociale dei sindacati contro i gruppi industriali o diminuzione della natalità, ma anche da altri soggetti, soggetti non allineati alla proiezione di potenza dello stato di riferimento alienati (non sempre) dai rapporti inter/extra statali, i cosiddetti soggetti antigiuridici, i terrorismi. Tutto quello che è fuori dalla formalizzazione di diritto internazionale potremmo classificarlo come terrorismo: Iran, unico governo presente nella lista, Libano (Hezbollah), Siria, fino alla caduta di Assad nel dicembre del 2024, Palestina (Hamas e altre organizzazioni para-statali), Yemen (Houti) ed Iraq formano, de facto, “l’ asse della resistenza”, coalizione formalizzata dall’ Iran atta a sconfiggere Israele, gli Stati Uniti e indebolire lo status quo occidentale. Ma anche opporsi a gruppi salafiti (sunniti),tra cui l’ex Al-Quaeda e ISIS. Dall’ inasprirsi della crisi in Medio Oriente, banalmente dall’ inizio del nuovo millennio, potremmo identificare in disordine mondiale la continuità dello scontro tra paesi facente parte dell’ (attuale) ordine mondiale: Stati uniti, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Giappone contro tutti i paesi o organismi sopracitati, senza tralasciare chi è partner e mediatore con essi: Russia, Cina, India, Qatar che fungono il ruolo di alleati velati, non legati da patti siglati a tavolino ma fatti di segretezza e propaganda. Proprio questi stati fungono da finanziatori per opere non prettamente pacifiche e stabilizzatrici o meglio, le loro agende sono diverse dalle nostre: invio di bombardieri al fu regime di Bashar al-Assad da parte della Russia, invio di missili Iraniani verso Libano e Yemen o invio di fondi e riciclaggio di denaro dai capi di Hamas al Qatar.

Una nuova strategia, un nuovo disordine mondiale pronto a cambiare forma e stato. Con la fine del bipolarismo si è passati da forme di figure antigiuridiche poco organizzate e finanziate con una grandissima rigidità di ideale, ad una forma poliedrica e diramata in ogni strato sociale, in ogni casta, e finanziato in maniera sempre più ingente e assidua, per far si che non sia solo terrorismo, ma una forma di lotta asimmetrica e duratura, ma non solo in campo bellico, ma anche civile e nella percezione sociale.

TERRORISMO COME UN SISTEMA MULTILIVELLO

Un ente interno allo stato come le organizzazioni terroristiche, nella loro evoluzione hanno sviluppato un rapporto quasi simbiotico, dunque un rapporto si diretto tra le varie segreterie se così si possono chiamare, ma destinato progressivamente a degradarsi e intorpidirsi, con gli organi statali e i vari strati della società. Possiamo trattare i soggetti parastatali sia come enti interni che internazionali: da un lato possono portare flussi finanziari o scambi di informazioni con i vari apparati, quindi un ruolo attivo e sempre presente nel territorio, ma spesso, condizionare la politica estera e subordinarsi allo stato, diventando a tutti gli effetti lo stato stesso: Hamas o Tharir al-Sham in Siria. In alcuni casi dal rapporto simbiotico si passa ad un rapporto di collaborazione tra gli organi. In teoria nemici dello stato, de facto alleati a tempo determinato. Un primo esempio di collaborazionismo tra due “istituzioni”, risale al 3 gennaio del 1946, quando il governatore dello stato di New York Thomas Dewey diede lo stato di grazia, ufficialmente per i servigi resi alla marina, a Salvatore Lucania, detto Lucky Luciano. In via ufficiale la liberazione era stata deliberata grazie alla collaborazione congiunta tra Mafia Americana e l’ONI (Office of Naval Intelligence, uno dei tanti antesignani della CIA) all’ interno dell’operazione Underworld, (con questa espressione si intende il mondo criminale), operazione atta a salvaguardare il commercio e lo spazio marittimo dai sabotatori e spie tedesche, per via dei continui attacchi nei porti statunitensi della costa orientale. Luciano che gestiva i traffici del porto di New York, una volta alleatosi con l’ONI portò alla luce le ingerenze naziste. La leggenda vuole che l’ OSS (ovvero la prima agenzia dei servizi segreti statunitense, antenata della moderna CIA) si sia servito di Luciano per l’ operazione Husky, ovvero lo sbarco degli alleati in Sicilia. Grazie ai contatti di Luciano, l’OSS ha designato il percorso e le tattiche da seguire durante gli sbarchi, trovando terreno spianato durante l’ avanzata in Italia. Una convergenza tra la politica interna americana e le mafie italiane è lo spiccato senso di anticomunismo. Possiamo notare come in soli 30 anni, le organizzazioni cosiddette antigiuridiche siano passate da un rapporto asimmetrico con le istituzioni, ad una cooperazione, anche tacita tra organizzazione terroristica e stato.

Questo è il caso della presenza del partito politico/organizzazione terroristica Hezbollah, nota per la loro fremente attività in Medio Oriente in senso antioccidentale, stabilitasi nel “triplice confine” tra Paraguay, Brasile e Argentina negli anni 80, ascendendo come broker delle tratte transatlantiche verso l’Europa. In Colombia, è nata un’ala del partito, o per meglio dire un’organizzazione parallela, protetta tramite sistemi di scatole vuote, l’ External Security Operations (ESO). Essa ha il compito del contrabbando di droga e armi verso l’Europa e Stati Uniti, riciclando anche il denaro illecito dando ai membri alloggio sicuro a Cartagena, Baranquilla e Maicao clandestinamente, ed anche in maniera molto semplice, vista la facilità sia della produzione della sostanza e sia dell’immagazzinamento viste le grandi foreste equatoriali e l’ alto grado di corruzione, che permette all’organizzazione di lavorare indisturbata e creare una fitta rete di fiancheggiatori. DEA e NID (intelligence colombiana), stimano che l’80% del ricavato delle operazioni dell’ ESO finiscano in Libano, nelle casse di Hezbollah e il restante 20% sia reinvestito nelle casse colombiane, tutto tramite banche europee finite sotto accusa delle quali noi non conosciamo l’ entità. Inoltre, in Colombia Hezbollah si muove anche nel reclutamento di nuovi membri, vista la presenza di più di 40.000 musulmani solo sul territorio colombiano, mandati in Libano con borse di studio false e arruolandoli nella unità 910, il braccio armato di Hezbollah. Il processo non è del tutto casuale: nel 2024 le conversioni verso l’ islam sono aumentate approssimativamente del 40%, anche grazie alla crescente presenza di istituzioni islamiche sul territorio latino.Dal 2012 in poi, infatti si è passati da 32 centri culturali iraniani in tutto il sud America a oltre 100. Questo anche grazie ad una presenza massiccia sui social network e anche nei broadcast, dove IRIB, ovvero la televisione di stato iraniana, controlla il canale Hispan TV che trasmette nell’intera America latina. Tutte queste attività, secondo la DEA, fruttano 1 miliardo di dollari l’anno.

Per provare a bloccare e controllare i flussi di droga e denaro sporco, gli Stati Uniti sotto la prima presidenza Obama lanciarono l’operazione Cassandra, lanciando contemporaneamente project Titan (riguardo l’ infiltrazione da parte della DEA nel processo de riciclaggio illegale di denaro da parte di Hezbollah) e project Cedar (mirato a smantellare sia il riciclaggio che la produzione/smaltimento di droga, in collaborazione tra DEA e Unione Europea).

“I membri di Hezbollah hanno instaurato rapporti commerciali con i cartelli della droga sudamericani, responsabili della fornitura di grandi quantità di cocaina ai mercati della droga europei e statunitensi. Una fitta rete di corrieri raccoglie e trasporta milioni di euro di proventi derivanti dal traffico di droga dall’Europa al Medio Oriente. La valuta viene poi versata in Colombia ai narcotrafficanti tramite il sistema di distribuzione Hawala. Gran parte dei proventi del traffico di droga viene riciclata attraverso il Libano [con l’aiuto della ormai defunta Lebanese Canadian Bank e di altri cittadini libanesi], dove viene poi utilizzata a beneficio di Hezbollah per l’acquisto di armi.”

Ma l’inchiesta pubblicata da Josh Mayer su Politico nel 2017, mostra come la presidenza Obama, pur avendo tutte le informazioni e i mezzi per agire e continuare il monitoraggio, abbia accantonato volutamente l’ operazione Cassandra, per via dell’ imminente accordo sul nucleare con l’Iran iniziato prima di Cassandra stessa e degli altri progetti guidati dalla DEA. Come spiega Mayer:

“Ma mentre il Progetto Cassandra raggiungeva livelli più alti nella gerarchia della cospirazione, i funzionari dell’amministrazione Obama frapponevano ad esso una serie di ostacoli sempre più insormontabili, secondo quanto riportato da interviste con decine di partecipanti, che in molti casi hanno parlato per la prima volta di eventi avvolti nel segreto, e da una revisione di documenti governativi e verbali giudiziari. Quando i leader del Progetto Cassandra hanno chiesto l’approvazione per alcune importanti indagini, procedimenti giudiziari, arresti e sanzioni finanziarie, i funzionari dei dipartimenti di Giustizia e del Tesoro hanno ritardato, ostacolato o respinto le loro richieste.” , come confermato anche da Katherine Bauer, ex funzionaria del tesoro nel 2017 durante la Commissione Affari Esteri della Camera.

Il Dipartimento di Giustizia americano ha respinto le richieste del Progetto Cassandra e di altre autorità di presentare accuse penali contro personalità di spicco come l’inviato di Hezbollah in Iran, una banca libanese che avrebbe riciclato miliardi di dollari di presunti profitti derivanti dal traffico di droga e un personaggio chiave di una cellula statunitense della forza paramilitare iraniana Quds. Il Dipartimento di Stato ha inoltre respinto le richieste di attirare obiettivi di alto valore in paesi dove potrebbero essere arrestati, non approfondendo dunque i quasi 500 milioni di dollari sospetti riciclati tramite la Lebanese Canadian Bank, tramite la compravendita di auto da parte di venditori americani, spedite poi Africa e fatte arrivare in Libano. Nel maggio 2010, John Brennan, ex assistente del presidente per la sicurezza interna e l’antiterrorismo, confermò in un discorso che l’amministrazione stava cercando modi per rafforzare “elementi moderati” all’interno di Hezbollah. “Hezbollah è un’organizzazione molto interessante”, dichiarò Brennan in una conferenza a Washington, affermando che si era evoluta da “organizzazione puramente terroristica” a milizia e, infine, a partito politico con rappresentanti nel Parlamento e nel Consiglio dei ministri libanesi. Ricollegato alla visione dell’amministrazione Obama nel ridefinire le relazioni con l’Iran, dunque moderazione e cautela e aprirsi anche al mondo musulmano tanto osteggiato per via delle operazioni post 11/9, ma anche ridefinire gli accordi sul nucleare e in generale eliminare l’ Heritage della vecchia amministrazione Bush, definita come non funzionante e divisiva. Cautela verso l’Iran significava cautela verso Hezbollah e a favore di questa tesi, nel 2014 fu catturato il contrabbandiere di armi libanese Ali Fayad ovvero un mercante d’armi con sede in Ucraina, sospettato di essere un agente di Hezbollah che trasportava grandi quantità di armi in Siria. , un presunto agente di spicco del “partito di dio” che gli agenti ritenevano avesse riferito al presidente russo Vladimir Putin di essere un fornitore chiave di armi per la Siria e l’Iraq, è stato arrestato a Praga nella primavera del 2014. Ma per i quasi due anni in cui Fayad è stato in custodia, i massimi funzionari dell’amministrazione Obama si sono rifiutati di esercitare forti pressioni sul governo ceco affinché lo estradasse negli Stati Uniti, nonostante Putin stesse facendo pressioni aggressive contro di esso. Fayad, che era stato incriminato dai tribunali statunitensi con l’accusa di aver pianificato l’omicidio di dipendenti del governo statunitense, di aver tentato di fornire supporto materiale a un’organizzazione terroristica e di aver tentato di acquisire, trasferire e utilizzare missili antiaerei, è stato infine trasferito a Beirut. Ora i funzionari statunitensi ritengono che sia tornato in attività e che stia aiutando ad armare i militanti in Siria e altrove con armi pesanti russe.

Parafrasando le parole di Sun Tzu, “il terrorismo è un importante affare di stato”. L’evoluzione naturale delle istituzioni ha obbligato un dialogo non solo con le entità definite e giurisdizionali ma anche con gli antagonisti, innescando un pericoloso dualismo tra stato e organizzazione, non portando ad una coesione ma ad una collaborazione, come tra due aziende. Questo ha portato alla situazione odierna, dove le organizzazioni terroristiche come Al-Quaeda allora o Hezbollah, sono vere e proprie subordinazioni dello stato, muovendosi nelle zone d’ombra ma trattando alla luce del sole, venendo supportati dai governi e entrando di diritto come attori geopolitici di prima fascia.

FRANCESCO FERRAZZO

Bibliografia

https://www.politico.com/interactives/2017/obama-hezbollah-drug-trafficking-investigation/

https://en.wikipedia.org/wiki/Hezbollah_in_Latin_America

https://en.wikipedia.org/wiki/Project_Cassandra#cite_note-8

https://home.treasury.gov/news/press-releases/tg1057

https://www.newsweek.com/hezbollah-cocaine-smuggle-united-states-obama-751928

https://lanuovabq.it/it/hezbollah-ai-tropici-lislamizzazione-in-america-latina

Geopolitica. Comprendere il nuovo ordine mondiale (A.Giannuli)

Iran’s deadly ambition. The Islamic Republic’s Quest for Global Power (I.Bearman)

https://www.rand.org/pubs/perspectives/PEA3585-1.html

https://www.jstor.org/stable/resrep03115?seq=1

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